I primi quattro mesi del 2020 sono stati caratterizzati da diverse vicende di rilievo, ma sono necessariamente gli aspetti legati alla pandemia da Covid-19 ad aver monopolizzato l’attenzione dal punto di vista politico e costituzionale. In questa introduzione è perciò opportuno descrivere a grandi linee gli sviluppi della gestione dell’emergenza sanitaria in Ungheria dal punto di vista del suo impatto ordinamentale ma anche delle misure economiche, riservando l’approfondimento di altri aspetti degni di attenzione alle singole sezioni.
Al pari di quanto avvenuto in altri paesi europei, l’ingresso dell’Ungheria nella fase emergenziale ha consolidato il rafforzamento del potere governativo, seppure non rientri tra i Paesi maggiormente colpiti dalla diffusione epidemica (alla data dell’8 maggio, le cifre ufficiali riportano poco più di 3000 casi e 400 decessi). Gli eventi epidemici hanno rappresentato dunque un’opportunità per il governo guidato da Viktor Orbán, il cui partito Fidesz aveva sofferto di un calo nel sostegno elettorale in occasione delle elezioni locali dell’ottobre scorso. I candidati delle opposizioni erano risultati eletti alla carica di sindaco in quattro dei cinque maggiori centri urbani (inclusa, dopo diversi anni, Budapest) e in diversi capoluoghi minori, mentre in altri casi l’opposizione si era affermata nelle sole assemblee locali ma costringendo così i sindaci Fidesz a una coabitazione. Le maggiori difficoltà per il Governo ungherese appaiono derivare dalla gestione della crisi economica, considerati gli scarsi margini di manovra a disposizione. Le scelte istituzionali operate dalla maggioranza di governo hanno inoltre ampliato ulteriormente il fossato tra l’Ungheria e l’Unione Europea, a seguito di e in concomitanza con altri avvenimenti di ordine sia politico sia giuridico: l’attivazione della procedura di cui all’articolo 7 TEU; i contrasti sulla nomina del Commissario ungherese; lo scontro tra funzionari ungheresi e di altri Stati membri in occasione di un’audizione dei primi al Consiglio affari generali del dicembre scorso; la conferma della sospensione a tempo indefinito di Fidesz dal Partito popolare europeo all’inizio di febbraio; […]