Le attese elezioni del 3 aprile hanno rappresentato l’evento costituzionale di maggior rilievo dei primi quattro mesi del 2022. Queste hanno avuto un esito che ha sorpreso molti analisti, non tanto per la vittoria di Fidesz, già annunciata dai sondaggi, ma per l’estensione della vittoria che ha permesso al partito di Orbán di ottenere, a dodici anni dalla “rivoluzione nelle cabine elettorali”, nuovamente due terzi dei seggi in Parlamento e un sostegno in termini assoluti di voti maggiore rispetto a quello ottenuto nel 2010. Accanto al fallimento dell’esperimento del fronte unito dell’opposizione, certo determinato anche da ragioni contingenti, si segnala inoltre l’ingresso in Parlamento del partito di estrema destra Mi Hazánk, che riempie il vuoto politico determinato dal riposizionamento ideologico di Jobbik, che a sua volta ha ottenuto risultati deludenti rispetto alle aspettative.
Dal punto di vista della distribuzione territoriale del voto, le elezioni del 3 aprile confermano il clivage tra Budapest e il resto dell’Ungheria: al di fuori di Budapest, l’opposizione ha ottenuto […]
UNGHERIA: Simone Benvenuti, “Abbiamo ottenuto una vittoria tale che può essere vista dalla luna – e certamente lo è da Bruxelles”. Orbàn celebra l’exploit elettorale di Fidesz mentre una parte dell’opposizione si avvia verso l’Aventino
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