La crisi in atto ha costretto l’Europa a realizzare un sistema di governance per il coordinamento delle politiche economiche nazionali al fine di stabilizzare l’euro; ciò è avvenuto tramite un tortuoso processo avviatosi nel 2010 e ancora in corso. Il volume di Renzo Dickmann, consigliere parlamentare della Camera dei Deputati e docente di diritto parlamentare, rappresenta un’agile guida per la comprensione di tale sistema di governance e delle riforme costituzionali e legislative messe a punto nel 2012 dal legislatore italiano per darvi seguito.
Si parte da una ricostruzione del quadro politico europeo nel quale si inseriscono gli strumenti di contrasto alla crisi finanziaria per poi passare alle norme “costituzionali” europee in materia, contenute nel TFUE. Vengono esaminate le modifiche apportate dal six pack al Patto di stabilità e crescita, sia nella parte preventiva, che impone agli Stati membri di conseguire un obiettivo di bilancio a medio termine e di presentare a tal fine appositi programmi di stabilità, sia in quella correttiva. Si passano poi in rassegna le altre novità introdotte dal six pack in materia di quadri di bilancio nazionali, di sorveglianza economica (che a sua volta contempla una parte preventiva e una parte correttiva) e di vigilanza finanziaria. I regolamenti del six pack, come noto, vengono integrati dal two pack; in particolare, il regolamento 472/2013 prevede regole specifiche per i Paesi che rientrano nella parte correttiva del Patto di stabilità e crescita, mentre il regolamento 473/2013 si occupa della sorveglianza rafforzata degli Stati che si trovano in grave difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria o che ricevono assistenza finanziaria. La prima parte del volume, di taglio descrittivo e ricostruttivo, si chiude con l’esame del trattato fiscal compact e del trattato MES (Meccanismo europeo di stabilità).
Il secondo capitolo si focalizza sul principio dell’equilibrio di bilancio in Costituzione, introdotto con la legge cost. 1 del 2012. L’autore si sofferma in particolare sulla coerenza della riforma del 2012 con l’impianto del sistema costituzionale vigente; in particolare ritiene che vi sia stata una distorsione della funzione normativa costituzionale, che anziché fungere da parametro di garanzia contro gli eccessi del Governo è stata usata anche per introdurre parametri limitativi delle scelte nazionali di politica economica. Si tratta di aspetti ancora poco analizzati dalla dottrina ma che assumono particolare rilevanza in vista del nuovo corso dell’Unione europea come unione politica, fiscale e di bilancio. Altro aspetto esaminato è quello della “sostenibilità” della spesa pubblica come profilo complementare dell’obbligo di copertura finanziaria delle leggi, da cui discende l’analisi del concetto di pareggio di bilancio in termini non formali ma sostanziali, secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale, che l’autore passa in rassegna. Infine, viene analizzato il ruolo della Corte dei conti alla luce del decreto-legge n.174 del 2012, che le ha assegnato le funzioni di coordinamento della finanza pubblica tra i livelli di governo statale e regionale e di garanzia del rispetto dei vincoli finanziari derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea.
Il terzo capitolo si occupa invece della legge di attuazione del principio costituzionale dell’equilibrio di bilancio (legge 24 dicembre 2012, n. 243). In particolare, l’autore si sofferma sul regime rinforzato di tale legge a livello sia di diritto costituzionale interno sia di diritto europeo; il rinforzo interno discende dall’articolo 1, comma 2, della stessa legge, che prescrive che essa possa essere abrogata, modificata o derogata da una legge successiva approvata con la maggioranza qualificata di cui all’art. 81 comma sesto della Costituzione; il rinforzo europeo consiste nella necessità per la legge 243 di rispettare non solo i contenuti ad essa riservati in via esclusiva in base all’art. 5 della l. cost. 1 del 2012, ma anche il sistema di norme europee vigenti in tema di governance economica. […]