A che serve la letteratura?
Una risposta sezionale
di
Fulco Lanchester
Una qualsiasi risposta alla domanda proposta dalla vostra inchiesta necessita di definire il termine letteratura , che la caratterizza. Del vocabolo esistono- com'è noto- perlomeno tre significati descrittivi ed uno qualitativo .La prima generale accezione di letteratura dal punto di vista descrittivo è quella che corrisponde all'insieme delle opere, affidate alla scrittura, attinenti ad una cultura o civiltà, mentre quelli specifici si concentrano – da un lato- nell'insieme di scritti che costituiscono la bibliografia di uno specifico settore disciplinare o argomento ;ed infine , ma qui siamo nella vera e propria nicchia semantica, il volantino inserito nelle confezioni farmaceutiche. Il significato valutativo di letteratura è invece quello che la interpreta come quanto viene ritenuto frutto di una formazione tecnica ed erudita piuttosto che di un intima commozione poetica .
In un simile panorama è evidente che io posso legittimamente rispondere, solo per il campo che “bazzico”, ossia quello giuridico-istituzionale, che produce una specifica letteratura tecnica , molto spesso arida e professionale , a volte sino a sfiorare il succitato “volantino” .
Opero ,dunque, tre sintetiche osservazioni .
In primo luogo , per gli operatori del settore giuridico-istituzionale la letteratura , intesa nel significato più ampio appare , ovviamente , utile sia come elemento di cultura generale ,sia come reperto specifico sulla visione che si ha del giuridico e dei suoi operatori . Il giuridico è, come noto, un fenomeno sociale e normativo .Dal punto di vista sociale esso evidenzia comportamenti regolati da disposizioni all'interno di specifiche istituzioni ; da quello normativo esprime un dover essere che si confronta con l'effettiva applicazione delle disposizioni in questione . Romanzi , novelle e poesie che si interroghino o che analizzino problemi fondamentali della vita della persona umana sono quindi indispensabili strumenti di riflessione e conoscenza , anche per l'azione pratica . I giuristi possono -dunque- essere uomini colti e quindi dediti alla lettura ,che da questa traggono alimento- in maniera generica- per la loro specifica attività . Ma possono essere anche autori di opere di letteratura non specifica di tipo vario, la cui ispirazione trae spunto anche dalla loro attività . Salvatore Pugliatti(Canti di primitivi ), Salvatore Satta( Il giorno del giudizio ; Il mistero del processo) , Piero Calamandrei(Inventario della casa di campagna; La burla di primavera e altre fiabe , L' oro di noi poveri : e altri scritti letterari ,ecc. ) e Giuseppe Capograssi(Pensieri a Giulia) costituiscono esempi italiani abbastanza recenti di una propensione alla scrittura al di fuori delle aree tradizionali del diritto, che in alcuni casi riflette anche su temi professionali .
In seconda istanza, si nota una ripresa del rapporto tra diritto e letteratura. La tradizione metodologica positivista aveva ridotto l'attenzione sulla favorevole influenza della grande letteratura nella formazione del giurista e sulle sue ricadute professionali : a mio ricordo , tra i costituzionalisti andati in cattedra negli anni Trenta , solo Ferruccio Pergolesi se ne occupò in un breve saggio (in Scritti minori di diritto pubblico, a cura di G. De Vergottini,Bologna, Forni,1988). Negli anni successivi alla metà del secolo scorso le citazioni letterarie in opere giuspubblicistiche erano sistematicamente recuperabili solo in alcune “scuole” meridionali (penso ad es. a quella di Temistocle Martines influenzata dall'esempio tedesco), mentre un giurista contemporaneo come Gustavo Zagrebelsky affronta abitualmente temi fondamentali come quelli della giustizia e della colpa facendo costante riferimento ad autori della letteratura contemporanea (ad es. Borges).
La questione non è ,tuttavia, soltanto metodologica , ma sopratutto culturale . Se si esce dai confini nazionali giuspubblicisti come Carl Schmitt e di Hans Kelsen costituiscono esempi di navigazione in spazi e settori dove la letteratura non strettamente giuridica viene utilizzata in maniera intensa, con ricadute tecniche ad altissimo livello .
Infine , ho sostenuto all'inizio che lo stesso linguaggio del giurista , in quanto strumento tecnico, costituisce una vera propria letteratura con tecniche e stilemi precisi per significato e conseguenze. La letteratura giuridica in questa prospettiva tecnica costituisce ,dunque, un vero e proprio settore che segue regole sezionali collegate anche alla famiglia giuridica di appartenenza. Il tema della cultura giuridica ovvero lo specifico stile del diritto esistente in un determinato ambiente spiega perchè sia presente , sopratutto negli ordinamenti di Common law , una corrente , sviluppata in particolare negli Usa, che interpreta il diritto come letteratura e che ricerca nelle grandi opere letterarie risposte adeguate alle questioni fondamentali poste dal diritto ,dalla giustizia e dal potere . Sopratutto negli Usa esistono corsi di Law and literature (cui forniscono un contributo determinante docenti e giudici come -ad es.- Guido Calabresi ) e libri di testo (penso a quello di Richard A. Posner ).Il fenomeno giuridico nei corsi di letteratura viene ,in sostanza, approfondito in un triplice modo : vi sono corsi di letteratura che utilizzano l'opera letteraria per evidenziare come il giurista o il sistema giuridico sono stati rappresentati attraverso la lente del letterato (romanziere , autore di novelle ,drammaturgo o poeta, ma aggiungerei anche autore di fiction televisive e/o cinematografiche ); corsi nelle facoltà giuridiche che enfatizzano le caratteristiche letterarie di leggi e di sentenze ; e corsi in cui vengono ipotizzati casi giuridici utilizzando un linguaggio adeguato( William Domnarsky , Law and Literature , “Legal Studies Forum”, Volume 27, 2003 ,Number 1) . James Boyd White ,ad es., in un suo manuale di successo applica al linguaggio giuridico i metodi della critica testuale al linguaggio giuridico ed evidenzia il suo contributo letterario (The Legal Imagination : Studies in the Nature of Legal Trought and Expression, Boston , Toronto, Brown and Company, 1973) . Altri ( lo stesso Domnarsky ) rivela una peculiare propensione per un genere specifico di letteratura ,ossia quella della vita del giurista vista dal giurista attraverso il romanzo . Altri ancora si dedicano ,infine, alla omogeneizzazione del linguaggio tecnico attraverso il drafting ovvero la redazione di testi giuridici in senso ampio o di atti normativi in senso stretto ( su questo v. F. Lanchester, Drafting e procedimento legislativo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti,Roma,Bulzoni,1990).
Segnalo – a conclusione di questa nota- che, ai fini peculiari del giurista positivo, ritengo molto utile un genere letterario , molto presente nel mondo anglo-americano e poco praticato in quello continentale : la biografia. Attraverso la biografia critica del singolo giurista ed in particolare del giudice è possibile ricostruire il suo pensiero ed in particolare la giurisprudenza delle Corti a cui egli ha appartenuto, con il duplice risultato di pervenire alla migliore conoscenza del contesto e dei percorsi logici della decisione giurisprudenziale.