I sistemi elettorale tedesco e spagnolo bozza di intervento al seminario Astrid del 20 Novembre 2007

I sistemi  elettorali  tedesco  e spagnolo: bozza  di intervento al  seminario  Astrid


di 


Fulco Lanchester


 


 


 


Sommario:1-Introduzione. 2- Alle    origini  del   meccanismo tedesco: il  sistema   Geyerhahan e  le  sue   applicazioni . 3-Il  caso   tedesco  propriamente   detto. 4-Il  sistema   elettorale  spagnolo . 5-Il  caso  italiano :   la  proporzionale  personalizzata di  tipo  tedesco   e   la   proporzionale   selettiva  di   tipo  spagnolo. 6-La   proposta  Vassallo.7-Conclusioni.


 


 


1-Introduzione


1.     I  sistemi  elettorali   in  senso stretto     sono     strumenti  tecnici  ad  alta  valenza  politica, composti  da   una   pluralità  di  “pezzi”  che   costituiscono  il   meccanismo  complessivo. Essi  possono  essere  classificati secondo  due  criteri: il  primo  statico  li  suddivide    secondo  gli  elementi  costitutivi  (formula,collegio,tipo  di  scelta)  in  maggioritari  e   non  maggioritari; il   secondo li  classifica,  in  relazione  ad  un  criterio  dinamico    basato  sulla   meccanica  manipolativa   (a  seconda  della  capacità  riduttiva   e  distorsiva),  in   forti   e  deboli.


 


2.      La  loro   meccanica, fondata   su   un principio  prevalente(speculare; distorsivo ), è   capace  di   retroagire – sulla  base   di   precisi  meccanismi  tecnici-     con  il  contesto  politico (ambiente)  , fornendo differenti   risultati   sulla  base   della  natura  e  della  strutturazione  dei  soggetti  politici  coinvolti .


 


3.     La   logica   di  un    sistema   elettorale in  senso stretto   prospetta  effetti   meccanici   e  psicologici precisi   e  cerca   di  influire    sulla  dinamica    del   contesto  in  cui  interviene. La  strategia  di  applicazione    in  essa  sottesa   non   è  mai   neutra, ma  la  stessa  deve  corrispondere   a  precisi     standard  generali  di  democraticità, stabiliti  dalla    forma  di  Stato  di   democrazia   pluralista    e  dalle  regole  (implicite  e/o esplicite), che   il  regime  si    è  posto . Negli ordinamenti  di  democrazia pluralista  l’organo  deputato   a  vigilare  sulla  corrispondenza   di  questi   standard   è  – di  norma- la  Corte  costituzionale.


 


 


 


4.     La   meccanica     della    cosiddetta   proporzionale  personalizzata  di tipo  tedesco  ( das personalisierte Verhältniswahlsystem ) ,  così  come  si  è  stabilizzata   dalla  metà  degli  anni  Cinquanta nella  Germania federale,   è  fondata   sulla   specularità  della  distribuzione  nazionale dei  seggi   in  relazione    ai  voti   ottenuti   dalle  singole  formazioni  di  partito, con  elementi  di  tipo  aggregativo   meccanico (la  soglia  di  esclusione   nazionale  del  5% )  e  psicologico (  la  coesistenza  della   individuazione   uninominale  con  quella   plurinominale  in  scheda  unica).  La  logica   cui  corrisponde    è  quella  del   pluralismo selettivo nei  confronti dei partiti    scheggia, considerati  non efficienti  per  la   rappresentanza.


 


 


 


 


5.     La  meccanica    del  sistema   spagnolo   utilizza, invece,  una  formula   basata   sul  principio    speculare  in  piccole  circoscrizioni,  in  cui viene  utilizzata      una  clausola  di  esclusione del  3%, che però  ha  sostanziali effetti   di placebo perché   funziona    solo    per   le circoscrizioni  maggiori, ed  una  individuazione  degli  eletti  su   lista  bloccata. La  logica   insita   nel   meccanismo  e  quella   del   pluralismo  ultraselettivo, capace  di   favorire    le   due  prime  formazioni  presenti   nelle   circoscrizioni .     


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


2- Alle    origini  del   meccanismo  tedesco  : il  sistema   Geyerhahan e  le  sue   applicazioni   con  logiche   differenziate .


 


 


1.     Il   meccanismo elettorale   attualmente   utilizzato   nella  Repubblica  federale  di  Germania  ha  origini  specifiche  e  applicazioni  differenziate  i  relazione  ai  contesti .  Alla  sua    base  si   pone  l’opera di  Siegfried Geyerhahn , che   in  Das Problem der verhältnismässigen Vertretung – Ein Versuch seiner Lösung (Wiener Staatswissenschaftliche Studien, Band 3, Heft 4. Herausgeber Edmund Bernatzik / Eugen von Philippovich. Tübingen, 1902)  propose    un   tipo  di  sistema elettorale     con  individuazione  mista  , la  cui  meccanica    di  distribuzione    poteva    in  realtà   essere     differenziata  in  un  continuum  tra    prevalentemente   speculare  e   prevalentemente  selettiva (in  ambito   anglo-americano lo  strumento   viene   denominato   nella   sua  logica   speculare   come mixed-member proportional voting; nella  sua  logica   differenziata  come additional member system). Si  tratta  di  una   sistema   che  ha  avuto    diverse   applicazioni   ed  è  stato  proposto   in  differenti   contesti :    


a.     ad es., il sistema  del  Senato  italiano  del  1948    era  una  derivazione     del   Geyerhahn   (Schepis), ma  con  effetti    speculari   visto     l’innalzamento  del  quorum  per  l’ottenimento  del  seggio  in  collegio  uninominale;


b.     il   sistema    proposto  per la   Francia  della V  Repubblica  da   Etienne Weill  Raynal (La représentation proportionnelle régionale et nationale avec scrutin individuel : une réforme fondamentale ,Parti socialiste,1972)  venne  ,invece, inserito  dal  1972  al  1980  nel   programma  socialista  con  il   termine  di  « représentation proportionnelle intégrale » e  vi  ha  fatto  recentemente  riferimento François Bayrou nel  discorso   di  Seignosse   del  16 septembre 2007 ;


c.      le  proposte  avanzate    in  sede  di  Parlamento  europeo (Boklet)   durante  gli  anni   Ottanta  per  la  procedura  elettorale   uniforme  a  livello  europeo      differenziarono  in  maniera  significativa   la  ragione  di   distribuzione   prospettando     l’alternativa  tra  differenti    meccanismi  dotati   di  distorsività  differenziata;


d.     negli  anni  Novanta      il    meccanismo  Geyerhahn   ha  avuto  applicazione  nelle  sue   differenti   opzioni:nell’est europeo in  Albania, Croazia Lituania,Polonia,Russia,Ungheria; a  livello  nazionale in  Nuova  Zelanda (1993);a  livello  regionale   e   metropolitano in  Gran  Bretagna (Scozia , Galles ,Grande  Londra).


 


 


3-Il  caso   tedesco  propriamente   detto 


1.     La  discussione  weimariana ,  soprattutto  all’inizio  degli  anni  Trenta   ,  cercò di    conciliare  specularità  e  selezione  dei  partiti  scheggia (Jesse).


2.     L’adozione   del    sistema   attualmente  in  vigore  in  Germania ha  fatto tesoro  del dibattito  weimariano  ed   è  stata   incrementale tra   il 1949 e il  1956:


a.     la  soluzione base  del   1949 si  concentrò   nella   scelta   del  voto unico  (per  la   selezione   degli  eletti  nei  collegi uninominali e nelle  circoscrizioni  regionali)  e  della  soglia  di  esclusione  del  5% regionale;


b.     la  normativa  del   1953  introdusse  il  doppio voto  in  scheda  unica  e  la soglia  di esclusione  del 5% nazionale (o  un  mandato  in  collegio uninominale) ;


c.      la  normativa   del 1956   elevò ,infine,  a  tre   i  mandati  in  collegio  uninominale   per  accedere   alla  rappresentanza. 


 


3.     La   giurisprudenza  del  Tribunale    costituzionale  federale     ha  confermato   sin  dagli  anni  Cinquanta   della  costituzionalità della   Sperrkalusel   come  elemento    fondamentale  del  sistema     contro  la  “frammentazione  partitica” (  v. BVerfGE 1, 208 <247 ff.>; 4, 31 <39 ff.>; 6, 84 <92 ff.>; 51, 222 <235 ff.>; 82, 322 <337 ff.>; 95, 336 <366>; 95, 408 <417 ff.>).


 


4.     Il  funzionamento  della   Sperrklausell e   dei   “mandati  diretti”  è  stato  costante, con  le eccezioni   della   Deutsche Partei  negli  anni  Cinquanta   e  del PDS negli  anni  Novanta.


 


5.     Le  variazioni     minimali  del   meccanismo  elettorale  tedesco   nel  periodo  successivo al  1956  si sono  soprattutto   concentrate   sulla  formula  di  ripartizione  nazionale  della Zweitstimme (dal  d’Hondt fino all’introduzione  del  Hare-Niemeyer-Verfahren  nel 1987  e  poi con  l’ipotesi  di introduzione   del Sainte-Laguë  nel 2006), con  ragioni  che  risiedono  nella  necessità  di  rispondere   alle  richieste  dei  partiti  minori  delle varie  coalizioni  di  governo.


 


6.     Le  proposte  di  riforma   in  Germania  si sono   concentrate  nel tempo tra   sistema  maggioritario(in  particolare plurality)  e  il Grabensystem (sistema della  fossa), ma  i  soggetti   politicamente  rilevanti  considerano   il   meccanismo  vigente   di  loro  gradimento  e  funzionale.


 


 


 


 


4-Il  sistema  elettorale  spagnolo


1-    Chi legga con cura il dibattito precostituente e costituente in Spagna tra il 1977 e il 1978 si può rendere conto di quale attenzione sia stato oggetto il problema della rappresentanza politica e segnatamente quello del sistema elettorale. Senza dubbio cooperarono  a questo interesse la necessità di escogitare meccanismi che garantissero una transizione guidata dalla dittatura alla democrazia, ma anche la consapevolezza degli strumenti tecnici da adoperare per giungere a questo fine.


2-    Non è un caso che l'esperienza tedesca  sia  stata   attentamente   valutata  in  Ispagna    ,  ma  che la soluzione adottata abbia corrisposto ai desiderata (e  quindi   agli  interessi  posizionali )  dell'area centrista. L'adozione di una formula tipicamente proporzionalistica (d'Hondt) in collegi molto piccoli sulla  base  della   provincia (v.  art.  68  Cost.), che ne vanificano gli effetti, con una clausola di esclusione    circoscrizionale  del 3 %  senza recupero dei resti inutilizzati ha dato conto di un sapiente impasto tra criteri politici ed ideologici. Da un lato si è fatto salvo il criterio formale del proporzionalismo ( costituzionalizzato   all’art.68,3 ), dall'altro si è adottato un meccanismo di sicuro effetto  selettivo .


3-    Il  meccanismo  utilizzato in  Spagna è  stato   fonte  di  ispirazione  per   la    riforma  mitterandiana  del 1985, che  aveva  come  duplice  scopo  quello della  riduzione   della  probabile  sconfitta  della   coalizione  di  sinistra  alle  elezioni   e  della  bipartiticizzazione  del   sistema .


 


 5-Il  caso  italiano :   la  proporzionale  personalizzata di  tipo  tedesco   e   la   proporzionale   selettiva  di   tipo  spagnolo.


1.     Non  mi  soffermo   sulla   discussione  sul   sistema  elettorale  per  le    elezioni della  prima  legislatura       nel  periodo  1947/1948   e  ricordo   soltanto   le  ragioni  del  compromesso  Dossetti – Togliatti, che  – nel  gennaio  1948- svuotarono  le  finalità  selettive  del  meccanismo  del   Senato .


 


2.     I  cosiddetti   sistemi  misti  e  il  caso  tedesco  negli  anni  Cinquanta non  vennero   presi  in  reale   considerazione  negli  anni  Cinquanta ( Furlani e  Grasso) a  causa   degli  interessi  posizionali  dei    protagonisti  dell’area  centrista, che   si  orientarono  verso  il  premio  di  maggioranza .


 


3.     La  proposta pilota  di  Critica  sociale  in  favore  del  sistema  elettorale  tedesco   si  ebbe  solo   dopo   il  fallimento  del   centro  sinistra e   in  corrispondenza   con  la  fase  terminale  della grosse Koalition(1969).


 


 


4.     Le  ipotesi  della   seconda  metà  degli  anni  Settanta  e  del   primo  lustro  degli  anni Ottanta   si  mossero  nella  logica   sistemica  del     pluralismo  centripeto (in  mancanza    di  una   alternativa/alternanza    immettere    elementi  di   mobilità     nel  sistema  politico  italiano) .


 


5.     Ribadisco   la  necessità  di  riflettere su  tre  elementi  : la  natura   tecnica  complessa   degli  strumenti  elettorali  in senso  stretto; il  loro  corrispondere  ad  una  logica  strategica  dei  proponenti  ; la  necessità  di  valutare  attentamente  il  contesto  concreto  di  applicazione  per   verificare   gli  effetti  applicativi dello  strumento   sulla  logica  di  introduzione. Al  di    della  natura  tecnica,  non  soltanto   le   logiche  strategiche  dei   due  meccanismi  elettorali presi  in  considerazione    risultano  profondamente  differenti, ma  soprattutto    è  necessario    valutare  con  attenzione     l’attuale     realtà  applicativa  italiana.


 


 


6.     Oggi  la  logica di  una  eventuale   adozione    in  Italia  della  proporzionale  personalizzata  con  clausola  di esclusione    è  quella  di  formare    aggregazioni    d’area    che  destrutturino    il  bipolarismo   centrifugo  vigente  ,  incapace  di     escludere il ricatto  delle   estreme. Dal  punto  di  vista  della  individuazione   la  coesistenza  di   collegio  uninominale   e  di    lista  bloccata  regionale   fornirebbe    maggiore  possibilità  di  scelta  all’elettore   e  nello  stesso   garanzie   alla   struttura    partitica.


 


 


7.     La  logica   del  sistema  spagnolo   appare  ,invece, più  cruda  ed  alternativa rispetto   a  quella  del  meccanismo  di  tipo  tedesco  ,perché  volta tendenzialmente   a  favorire     le  prime  due    formazioni   presenti  nelle  circoscrizioni    con  l’effetto  meccanico  della  dimensione  dei  collegi  .In  questo   caso  la  soglia  di  esclusione  sarebbe  inincidente  per  quanto  riguarda   la  distribuzione   dei  seggi  (se  si  escludono  le  circoscrizioni  provinciali  maggiori), mentre    l’individuazione  su  lista  bloccata  assicurerebbe  la  riproduzione  controllata  del  ceto  parlamentare   anche    in  presenza  di  formazioni   deboli  o  coalizionali.


      


8.     Entrambi   i  meccanismi  si  sposano  con   la  strategia  di  chi    afferma   che  il  referendum   Guzzetta – Segni  potrebbe  essere  evitato  solo  con  l’adozione  di  un  principio    diverso  da  quello  della  legge  in  vigore. 


 


9.     Dal  punto  di  vista   del   dibattito  politico  la    logica   del  sistema  tedesco     è  quella   del pluralismo  centripeto       e  ricorda      le  recenti   proposte   di    Bayrou   in  Francia .Essa  non  dovrebbe   essere    accettata      dal    nuovo  gruppo  dirigente  PD   ,    dovrebbe  esserlo   da  FI   e  AN , anche  se    durante   il  decennio  trascorso     Giuliano  Urbani  molto  si   è  speso  per  il  sistema   tedesco.


 


 


 


 


10.                       La  logica  bipolarizzante  della   legislazione  elettorale  per  la  Camera  dei  deputati  spagnola  si  avvicina,invece,  agli  interessi  del   nuovo  Partito  democratico, perché,  abbandonando   il   principio  della  coalizione, si  avvicinerebbe – in  modo  ovviamente  souple  alla finalità  bipartitica   dei  promotori  del  referendum .


 


 


 


 


6-La   proposta  Vassallo.


1.     Le  indiscrezioni  stampa ,  relative al   lavoro  dei tecnici    del  Presidente   del  nuovo  Partito  Democratico,  sono  state   imprecise    ed  in  parte  depistanti ,mentre    la   lettura    della   bozza   “Un  sistema  semplice   ,  per  un  nuovo  bipolarismo  un  po’  tedesco,un po’  spagnolo,un  po’  italiano “ a  firma  di  Salvatore  Vassallo  evidenzia   le  finalità  sincretiche  della  traduzione  in  italiano  dei  due  meccanismi  stranieri precedentemente  esaminati  .


 


2.     Il  sistema  proposto  è    basato   sulla  ripartizione   dei  seggi   nell’ambito   di  circoscrizioni  di  dimensione  media   (da 12,14,16 seggi ) con  individuazione  degli  eletti  per  la  metà  nell’ambito  di  collegi  uninominali  e  per  il  restante “eventualmente”  sulla base  di  liste  circoscrizionali .La  scheda   è  unica e  l’elettore   esprime  un  solo  voto;  la   ripartizione  dei  seggi   è  effettuata  a  livello  circoscrizionale  sulla  base  di  una  formula  non  maggioritaria (d’Hondt ),  con  defalcamento  degli  eventuali   seggi  ottenuti   in  ambito   uninominale  e   individuazione   degli ulteriori  eletti  prima   tra  i  migliori  perdenti   in  collegio  uninominale  e   poi  sulla  lista  regionale.


 


 


3.      Confermo  che ,dal  punto  di  vista  della  selettività ,  l’individuazione  uninominale  degli  eletti    è  in  sostanza  in incidente , mentre    le  dimensioni  12,14,16  delle  circoscrizioni  in  cui  verrebbe   operata  la  distribuzione  si  inserisce   nell’ambito  di  una  selettività   implicita  media  operata  sulla   base  del   calcolo  speditivo  di  Lijphart  (osservo  però  che    il  calcolo in  questione  non  tiene consapevolmente  conto    delle  differenze  teoriche  ed  empiriche   di  soglia  di  rappresentanza  e  di  esclusione  soprattutto  in  relazione  al  numero  delle  formazioni  presenti   nelle  varie  circoscrizioni).


 


4.     Dovrebbe  essere  chiarito  meglio  l’effetto  della  eventuale    elezione  diretta  in  collegio   uninominale  sulla  base  del  plurality   e  degli  effetti     conseguenti    sulla  ripartizione    proporzionalistica .In  una  situazione  di  persistente alta  frammentazione    partitica  il   maggior  partito   nella  circoscrizione    rischia  di  ottenere   il 50%   dei  seggi  con  una  percentuale   minima  dei  voti   reali .


 


5.     Dal punto  di  vista  dell’individuazione  degli  eletti,le  candidature   non  lasciano   possibilità  di  scelta    agli  elettori ,  che   devono  accettare in  blocco  quella  nel  collegio uninominale  e  quelle   nella  circoscrizione  . L’accenno   alle   primarie   è  insufficiente    sotto  questo    profilo  a  riparare   i  persistenti  danni   di   una  gestione  oligarchica  delle  candidature.


 


6.     In  questo    quadro   il listino  plurinominale     sembra  un   placebo    difficilmente  utilizzabile ,perché   risultano  favoriti  per  la   individuazione  degli  eletti    i  candidati nei  collegi  uninominali .


 


7.     Detto  questo,   più   interessante   è a  mio  avviso   analizzare  le  finalità  che   Vassallo  attribuisce  al  meccanismo   proposto  e   che    costituiscono    il  volano  dell’intera  operazione  ed  una  evidente    torsione   della  committenza  veltroniana    sulle  precedenti   posizioni  dell’autore(i)(se    si  inserisce  anche   a  pieno  titolo  nella operazione    Stefano  Ceccanti ). Negli  anni  Cinquanta Lakeman e  Lambert  (Voting in Democracies. A study of majority and proportional electoral systems,London,Faber & Faber,1955,p.24 ) sostennero   che  le  finalità  di  un  sistema  elettorale     erano  sostanzialmente   quattro  e  che   le  stesse  potevano  essere    in  contraddizione  fra  loro .Le  riporto,per  poi  confrontarle  con  quelle  di  Vassallo (ricordando  altresì  quelle  di   Guzzetta  e  dei  referendari:  a- un  Parlamento    che  rifletta  le  principali   tendenze  di  opinione  dell’elettorato   ;  b- un  Governo    conforme  ai  voleri  della  maggioranza   dell’elettorato ;c- l’elezione  di  rappresentanti    con  qualità  personali  adatte  alla  funzione  di  governo ,d- un   forte  e  stabile  Governo.   Vassallo   è  sicuramente   più  contenuto    nelle  finalità  che  si  propone . A  suo  avviso  il meccanismo  dovrebbe :consentire   agli  elettori     di  giudicare    le  qualità  dei  singoli  candidati  ;ridurre  la  frammentazione   ;preservare   la  dinamica  bipolare ;evitare    la  ineluttabilità  delle  coalizioni   pre-elettorali.  Faccio  osservare    che  Vassallo  non  cita  mai  la  prima  delle finalità  della  cosiddetta  democrazia  immediata duvergiana  ,ovvero  l’individuazione   di  un  forte  e  stabile  Governo .  Tra  John Stuart  Mill   e  Bagehot, inopinatamente   Vassallo    oggi  sceglie   Mill   , mentre   dal  punto  di  vista   politico   contraddice  palesemente le  aspirazioni  referendarie, ma  anche  la  stessa  ragione  di  fondazione  del  Partito   Democratico   .  Il  meccanismo  proposto   non   favorisce   ,infatti,    “il  progressivo  consolidamento      di   una  dinamica  bipolare  basata  su   grandi  partiti “, perché  – eliminando  la  strutturazione   nazionale   della  contesa  sul  leader – rischia  di   favorire    invece  la   centrifugazione  regionale  della  contesa . Esso  in  sostanza   riapre   a  tutti  gli  effetti (invece  di  chiudere)  la  transizione ,contraddicendo   le  posizioni   del  volume   del  2004 (v. Come  chiudere  la   transizione    Cambiamento, apprendimento e adattamento nel sistema politico italiano,a  cura   di   S.  Vassallo  e  S.  Ceccanti, Bologna,Il  Mulino,2004),ma  nello  stesso  tempo  conferma   l’esistenza  di  un  brillante  gruppo  di  pressione  intellettuale   di   ex-fucini (Vassallo,Ceccanti,Guzzetta,Tonini)   che  caratterizzano    (in unità  ed  in  diversità)  l’attuale  dibattito   politico –  culturale  sulle  istituzioni .


 


7- Le considerazioni  finali   sono  perlomeno  sei .


 


1.      La  simulazione  rebus sic  stantibus    degli  effetti di applicazione   dei   differenti    meccanismi ipotizzati   non  può  tenere  conto   del   senso   che  potrebbe  assumere    la   contesa  con  i  nuovi  sistemi  elettorali ;


2.     L’eventuale   applicazione  del  sistema  tedesco    porterebbe  ad  una   selezione   nazionale    delle  piccole  formazioni  ,  ma    metterebbe  in  pericolo  anche  partiti   come   Rifondazione  e   Lega ,che   – a tutt’oggi- potrebbero    superare  la  soglia di  esclusione    autonomamente  ,  ma che  potrebbero  anche  essere  costrette   a  ricorrere  alla  “uscita  di  sicurezza “  dei   mandati  diretti  (cosa  più  facile ovviamente  per  un  partito   di  radicamento   territoriale  intenso  come  la  Lega) ;


3.     L’eventuale   applicazione  del   sistema  spagnolo,vista   la   elevata    soglia  di  esclusione   implicita  che   lo  caratterizza,  potrebbe   garantire    la  sopravvivenza   della   sola  Lega  tra  quelli  che   raccolgono  meno  del  10%  dei  suffragi  a  livello  nazionale  ;


4.     Sulla  base   delle informazioni attualmente  a  disposizione  tratte  dal     documento  Vassallo, è  evidente    che   esiste  un  palese  tentativo   di  operare   una  metatesi   impossibile  ossia     unire      la  “logica   spagnola”   con  quella  “tedesca”. Quando  i  partners  se  ne  accorgeranno (  e  non  sarà  difficile ) scatterà la  sanzione  della  molteplicità  degli  interessi  in  gioco;


5.     Per  una  innovazione  come  quella “spagnola” sarebbe   indispensabile la     collaborazione  del  maggior  partito  di  opposizione, mentre  per  quella  “tedesca”  -viste   le  conseguenze  meno  selettive-  il  procedimento   di  approvazione potrebbe  essere    portato  avanti  anche   senza FI, ma  con  adattamenti    che  ridurrebbero   sicuramente  la  portata   selettiva  del  modello  originario  di  riferimento ( penso  agli  effetti  della  eventuale  convergenza UCD).  C’è – infine- da  chiedersi  se    il  tempo  e  gli  interessi   posizionali   potranno  mai  dare  via  libera  a    simili     ipotesi  ,che  – ribadisco – costituiscono due  strategie   contrapposte   :da  un  lato  un      reindirizzamento  al  centro  del  riallineamento   del  sistema   partitico   italiano, dall’altro   il  tentativo   di  mantenere  la    bipolarizzazione   e   favorire   una   semplificazione  partitica.


6.     In  questo  specifico  quadro    il   meccanismo  Vassallo     rappresenta     un  sintomo   della   incertezza  esistente  all’interno  del  ceto   politico  della  maggioranza ,  stretto  da  un  lato   tra  la  minaccia  referendaria   e   dall’altro   il  rifiuto  di   Berlusconi  di pervenire  qualsiasi   mediazione . Ne  è  venuta   fuori  una  proposta di comunicazione   che   non  salva    i  principi   dei  proponenti  accademici , ma  neppure  gli  interessi   del committente    politico.

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