Introduzione Presentazione Libro Lucia Annunziata

 


PRESENTAZIONE  ANNUNZIATA


1977.L’ultima foto  di  famiglia,Einaudi,1977


 


 


1-A  nome   della  Facoltà  di  Scienze   politiche ,  del    Master  in  Istituzioni  parlamentari   e  del  Centro  di  Teoria  dello  Stato      do  il  benvenuto     ai  relatori  e   ai  partecipanti  alla  presentazione  del  volume    di  Lucia Annunziata   1977.Ultima  foto  di  famiglia,  pubblicato nel  gennaio scorso  dall'editore  Einaudi.


In  particolare   ringrazio   il  M.R.  per  la   sua  presenza.


 


Nel  gennaio  scorso    ho  acquistato    e   letto   di  un  fiato   il  volume  di   Lucia  Annunziata, che  insegna   al  nostro  Master,  e  -subito  dopo- Le  ho       proposto di  presentarlo    nella  Facoltà  di  Scienze  politiche  , perchè  qui  a    “La  Sapienza”    sono  iniziate  molte  delle  cose       cui   l'Autrice  fa   riferimento, ed    alcune  non  ancora  concluse  . 


La  recente    crisi  di  governo  ha    impedito       la  presentazione   del  libro    alla  Residenza  Ripetta   con  Massimo D'Alema (il  questurino) e   Francesco  Cossiga  ( il  dottor  Stranamore )  e  ci  ha  concesso   -vera    e  propria  astuzia  della  ragione-    l'esclusiva  romana  dell'avvenimento .Ciò    rende    ancor  più  intrigante   l'occasione di  questo  pomeriggio, cui fornisce   ancor  più  rilievo la  presenza  di:   Alberto  Asor  Rosa(critico letterario, scrittore, uomo politico italiano e   oramai   ambientalista) ,Manuela  Fraire(psicoanalista  che  dal  1974   fa parte del movimento femminista ), Emilio  Gentile (storico  contemporaneo  notissimo  per    i  suoi  studi  sul  fascismo  e  per  il  rapporto  religione  politica)   e  Raul  Mordenti(professore ordinario di critica letteraria all' Università  di  Tor  Vergata   di Roma,collegato   al   Movimento  77  e  poi  ad  Avanguardia   Operaia )  , tutti  personaggi  di  spicco   nei  rispettivi  settori   e tutti  attivi   nell'area  romana  durante  gli   avvenimenti  descritti  dall'Autrice  .


 


2- Nell'Università  “La  Sapienza   ” sia   nel  1968    che   nel  1977   sono  accaduti    fatti   che  hanno    influito    su  tutta  la  recente    storia   d'Italia.  Qui , proprio  nel   febbraio  1977, sarebbe  stata  scattata    -secondo   Lucia  Annunziata-  anche    l'ultima  foto  di  famiglia   della  sinistra  italiana  e    commesso  un  parricidio   . Del  delitto  e  degli  strumenti   utilizzati  in  quella  circostanza    parleremo  tra poco  . Osservo  ,però,che  da  quel  1977  sono   passati  oramai   trenta  anni     ,  segnati  da  molti  avvenimenti  e  da  esperienze  dolorose     per  questa  Facoltà     e -sopratutto- per  i  suoi   giuristi (penso  in  particolare  a  Aldo Moro, a Vittorio  Bachelet , cui  è  dedicata  quest'aula, e   a Massimo  D'Antona) ,  ma   è  rimasta  l'intensa esigenza  di  capire    che  cosa  sia  successo  allora   ,con  quali  radici  e  quali  conseguenze.


Si  tratta  di  una  ricerca  utile      non  solo  per  i  “superstiti” , nell'ambito  di  un amarcord  reducistico ,  ma  anche   per  coloro  che  non  hanno     vissuto  quel  periodo    e  che  vogliono  confrontarsi      con  nuove  situazioni    e  sentono  l'esigenza    di  evitare  di  incorrere    in  vecchi  errori.


Il  libro  di  Lucia  Annunziata  serve  a  puntino   a  questi  scopi   .  E'  il  racconto     di una  esperienza    personale      e  di  una  ricerca  generazionale   situata   , che  spiega  il  percorso  di  protagonisti  di  avvenimenti    che  hanno   condizionato    la  storia  dell'Italia    contemporanea    e  che  caratterizzano    il  nostro  presente .


Si  tratta  di  un  volume  smilzo, essenziale, che  racconta  del  rapporto    di  Annunziata  con  il   padre, dei  giovani  di allora     con  le  generazioni  precedenti  , dei  partiti     e  dei   movimenti – allora  esistenti  – con  i loro  leader   e  le  rispettive  basui .


Si tratta  di  un affresco  denso  e   teso  ,  che    riesce  a  far  comprendere    ragioni   e  contraddizioni    degli  avvenimenti .Alla  base  del  volume    si  pongono  soggetti   individuali  e  collettivi  (noi  e  loro) in  un  rapporto  quasi  schmittiano   ,  inseriti     per  quanto  ci  riguarda –   in  un  territorio  delimitato   dal quartiere   di   S. Lorenzo    da  un  lato    dal  Policlinico  dall'altro  , dalle caserme  e  dalla  Stazione  Termini  sopra ,dal    Verano  e  dall'Istituto  superiore   di  sanità  sotto.


In  quest'area     abbiamo  vissuto   il  trentennio  successivo  e  per  molto  tempo  essa   è  stata   considerata   “zona  di  nessuno”  oppure   territorio  difficile .


 


 


 


 


2- Per  introdurre  la  discussione in  maniera  pragmatica   vi  dico  che   parlerò  di  foto ,  di  famiglie ,  di  parricidi  e  di  sanpietrini.


In  primo  luogo  la  foto  di  famiglia  ,cui  fa  riferimento   Lucia  Annunziata  , impone  di  chiedersi a       quale famiglia  e , poi, quale  foto  faccia  riferimento . Nel  primo  capitolo   Annunziata  parla sostanzialmente    di   famiglie  politiche, ovvero   di   gruppi di  persone   collegate   da  una  medesima  origine   nel  riferimento  ai  valori   politici,   e  le  incrocia  con  l'esperienza   sociale   di  ciascuno  di  noi  . Nel   libro  si  parla    diffusamente dei   rapporti    interni  alle  famiglie   politiche  italiane   ed  in  particolare   del duplice  parricidio     che  sarebbe  stato  operato   sia    nell'ambito  della  sinistra    che  in  ambito  democristiano  nel  1977/1978.


Tuttavia ,è  evidente  che      il   volume   fa  riferimento  preferenziale    anche  nel  rapporto  generazionale-     alla        famiglia politica della   sinistra, e  rinvia   sostanzialmente  la  trattazione    della  vicenda   democristiana , che   si  sviluppa   l'anno  successivo  .


All'interno  della  sinistra    il  cosiddetto  parricidio    commesso   nel  febbraio  1977  avrebbe  avuto  come  oggetto    formale   Luciano  Lama  ,   il  segretario   generale  della  CGIL  costretto  ad abbandonare   il  cortile  della  Minerva sotto  scorta  operaia,  ma  in  realtà    il  delitto      assunse   aspetti   più  complessi   in  stretta  relazione    con  il  significato  polisemico   del  termine  parricidio . Con  parricidio  deve ,infatti,    intendersi  non  tanto ( come   comunemente   si  crede ) l'assassinio  del  padre(pater-caedere) , ma piuttosto  quello dei  genitori  o  un  congiunto  (parens-caedere ;par-caedere ) , sino  ad  arrivare   al   significato   obsoleto (  ma  in  questo  caso    pregnante)   relativo      all'uccisione del   capo supremo siccome  pater  patriae .


 Il  parricidio  metaforico   o concreto     in  un ambito  come  quello  degli  anni  Settanta   venne  ,  dunque ,  a  concretizzarsi  non  soltanto    nell'uccisione metaforica  o  concreta    del   leader   ,  ma  anche nel  rifiuto  conclamato     dell'organizzazione   politica    prevalente   all'interno   dell'area  di    riferimento , con  effetti  devastanti   vista    la  natura   costitutiva  dei  partiti   politici per    la  stessa  società  civile italiana  del   dopoguerra  .La  crisi  dello  Stato  dei  partiti    più  pesante  d'Europa  si  evidenziò   già  negli  anni   '70    e , proprio nel  1977,  lo  stesso  Pci   in  via  di  trasformazione  genetica   venne   contestato     in  maniera  aperta   dalle  nuove  generazioni, in  particolare  da  quelle  studentesche   .Nello  stesso  tempo     ,all'interno  del  Pci   stava   incominciando  a  cedere   il  centralismo democratico , lo  strumento   che  aveva assicurato   per  anni  la  sua   capacità  di  trasformazione   .


Il  parricidio generalizzato   evidenziò    elementi   di   una  anomia  sociale   diffusa, mentre gli  obbiettivi   di  un  simile  reato    potevano  essere    multipli   e   molto  spesso  si  concretizzarono   in  persone  isolate   .


Per  quanto  riguarda  gli  strumenti  materiali  utilizzati     in  quei  giorni  , faccio  riferimento     a  quelli  meno  sofisticati ma  tuttavia   pericolosi    . In  particolare , l'arma  utilizzata   durante    quel  17  febbraio   è  contenuta  in  questa  scatola  di  cartone  ed   è  rappresentata  da alcuni  sanpietrini, che   voglio  ostendere  alla  vostra  attenzione, in  correlazione  con  alcuni   passi  del   libro.


La  pagina 11   del  volume   è  un vero  e  proprio inno  al  sanpietrino ,a    questo  cubo  di   pietra  scura   ,con una  faccia  liscia   e  tre  appena  sbozzate  “, a  questo” possente     pezzo  di  materia  inerte  ,dall'innocente  aria  di giocattolo ,che  piega  il  polso” .


Porto  alla  vostra  attenzione  due  tipi  di  sanpietrino:  quello  più  massiccio (di selce ,di  basalto  o  di  porfido)   caratterizza  ancora  le  strade  di  S.Lorenzo (l'ho  recuperato  l'altro  ieri  mattina     tra  via  dei  Volsci  e  via  dei   Sabelli   abbandonato  vicino  ad  un  albero)   e   questi  altri “masselli”  più  maneggevoli  ,che  mi  sono  stati  forniti   dall'Ufficio  tecnico  dell'Università   e  sono  ancora  utilizzati  a  “La  Sapienza”  per  la  pavimentazione .  Dalla   descrizione   fattane  nel  libro   ,  è  ovvio  che   Lucia  abbia  provato  il  brivido  del  lancio  con  il più  massiccio stradaiolo ,  che   -scagliato      è  divenuto   un  biglietto  di  appartenenza  scisso  dalla  destinazione  e  dall'effetto.


Nel  momento   in  cui  si  staccò  dalla  mano   mi  riafferò  una  grande  calma – dichiara-  , il  biglietto   era  stato  pagato   ,avevo  fatto   anch'io omaggio  al  dio  della  rivolta“.


Bella  prosa   polemoerotica  alla Marinetti  , che    richiama  le   analisi  di   Gaston Bouthoul   fondatore  della   polemologia  !Ma  il  sanpietrino  riappare     nella    redazione  de  “il  manifesto  “, osteso  alla  curiosità  e  all'ammirazione  dei  presenti, fino  a  che l'autorità  materna   di    Rossana  Rossanda  non   ingiunse    di  metterlo  via  .  Quella  pietra   rimessa  in  borsa (una  classica  tracolla,  vera   e  propria  giberna  del  periodo  ) ,venne  nuovamente  accarezzata   perchè  aveva  avuto  il  coraggio  di  volare  contro  quelli  del  Pci  e   questo  era  un  bel  coraggio” .


Immagino   i  commenti  del  servizio  d'ordine  del Pci , ben  descritti   da  Annunziata nella   metodicità  della  difesa   e  sopratutto  di  Asor  Rosa  che  oggi  li  rappresenta . Ma  è  anche  vero   che -allora-  non  si  utilizzava  soltanto  il  salvifico  sanpietrino  e  che , proprio  in  quel  periodo , si  incominciarono  ad  usare    in  maniera  sistematica    le  armi  da  fuoco,  in quella   escalation   tragica definita     con  la  denominazione   “anni  di  piombo” .  Lo  ricordo    , perchè  è  sempre  bene    non  dimenticare    l'aspetto  tragico  e  cupo  di  quei  giorni  ,al  fine  di  non   farsi   deviare   da   versioni  ludiche   e  liberatorie     degli  stessi   ,che  il   tempo  a  volte  favorisce ,ma    anche  per   rimarcare    le  differenze    con  il  1968  .


La  tesi  del  volume  è  ,dunque  ,  che  il  1977   costituisca    uno  spartiacque   per  la   storia   dell'Italia   contemporanea   ,con  il  frantumarsi  di   aggregazioni  e  solidarietà  precedenti . Si  tratta  di  un   bel  libro  a  più  strati   e  che  deve  essere  compreso  nel  complesso   ,ma    analizzato  nelle  singole  parti .


Prima  di  tutto ,al  di    della  buona  penna, a  differenza    di altri  volumi (penso  ad  Ali  di  piombo    che  lo ha  preceduto   di  un  mese  nelle  librerie),   in  1977   c'è   un'Erlebnis    ovvero  un'esperienza   di  vita  ed  una   testimonianza  generazionale   .  Annunziata    confronta   con  la  memoria  personale   e  con  la  sua  attualità  contemporanea ciò  che    è  avvenuto   ieri .  Il  materiale   è  ancora  caldissimo   .  La  crisi  di  transizione   del  sistema  politico- costituzione  italiano   non  si   è ,infatti,  ancora   conclusa   e  alcuni   elementi  della  violenza   di  allora  sono  ancora  presenti ,così  come  il  processo  di  dissoluzione  e  ricomposizione  famigliare   risulta   in  progress.   


Quando  Giuliano  Amato  ,  che   è  stato  per   circa   venticinque  anni  docente  in  questa   Facoltà, ha  riproposto    -proprio   in  occasione   dell'incidente    che  ha impedito  a  D'Alema  e  Cossiga  di  presentare    questo  volume-      il  tema    di  Carlo  Lavagna   delle  maggioranze   variabili,   è  parso  evidente     al  di là  della  forzatura  dell'operazione      che    numerosi  aspetti  dell'anomalia  italiana    non  siano   stati   superati   ,così  come  la  tensione   per  il  riemergere    della  eversione  armata    fa  riemergere  paure e  polemiche  mai  sopite     . 


La  foto   di  famiglia   evocata  dall'Annunziata  costituisce , dunque ,   un  fotogramma   essenziale   di  un  film  ovvero  di   una  pellicola cinematografica o fotografica,  che  fa  riferimento   a  più  famiglie  politiche     e  alle  loro  interrelazioni   ed  ai  loro  scontri   .


Il  1968 ,con  il  movimento  studentesco   e  la  protesta   operaia  ,  costituì  il  primo   elemento  di  quella  transizione  infinita   che   caratterizza  l'Italia  tra   il XX  e  il  XXI  secolo  e  la  certificazione  dell'incapacità  di  una   classe   dirigente  e  del  ceto    politico  di  innovare  razionalmente.  In  un  simile  ambito  il  settore   dell'istruzione  superiore  pubblica ed  in  particolare     “La  Sapienza” costituiscono , senza  dubbio,  un indice  empirico ,  dolente   e  drammatico  ,   delle   contraddizioni   colpevolmente  irrisolte,che  si  ripresentano  di  decennio  in  decennio  .   


In  questo  quadro  , dove   esiste  una  cesura    formale    con  il  passato    ma  anche  tanti  elementi   di  continuità  e  di  collegamento   con  lo  stesso , Annunziata    ci  aiuta  a  ricordare   e   ad  analizzate   pezzi  della  nostra  storia  ,  facendola  capire   ai   più  giovani    nella  sua  durezza  e  nelle   sue  contraddizioni   .


Il  parterre    di  relatori   riuniti   dietro    questa  cattedra  ed  il  pubblico    presente     spero     costituiranno    gli  elementi  di  uno  psicodramma  collettivo  utile   a  comprendere, indispensabile  per  non  commettere  gli  stessi  errori  del  passato  .


 


 



 

      Questa voce è stata pubblicata in: Parlalex, SCRITTI RECENTI il 08/08/2020 Contrassegna il Permalink.