Le istituzioni surriscaldate e il caso Englaro

1-Il conflitto istituzione sul caso Englaro è scoppiato improvviso (anche se covava da tempo) e non è dato sapere quali ne saranno gli esiti. La correttezza del comportamento del Capo dello Stato non è, ovviamente, in discussione. Egli ha esercitato le competenze che la Costituzione gli attribuisce in materia di decretazione d’urgenza, annunziando per lettera le obiezioni di costituzionalità per cui non avrebbe firmato il decreto che il Consiglio dei ministri stava esaminando (v. http://www.quirinale.it/). La missiva è stata resa pubblica dal Presidente del Consiglio, facendo esplodere una bomba, che in situazioni ordinarie viene despolettata attraverso il lubrificante della correttezza interorganica.
E’, quindi, non soltanto evidente che il Presidente della Repubblica è sotto attacco, ma anche che la sua posizione laica ed istituzionale soffre di una obbiettiva debolezza, mentre di converso quella di Silvio Berlusconi, che finora non si era esposto, gode di una forza obbiettiva .
Il problema è di forma e di sostanza e prefigura conseguenze,che travalicano l’episodio.
Il Presidente della Repubblica affronta la questione sotto la prospettiva della forma (che assume una sua sostanza istituzionale), ma Berlusconi cavalca la sostanza corporea e spirituale del problema, appellandosi al corpo di Eluana (comprese le sue funzioni riproduttive) e alla natura della vita come dono numenico indisponibile. Napolitano coinvolge nella sua missiva il tema della separazione dei poteri e dell’impossibilità di un provvedimento di urgenza che impedisca l’applicazione di una sentenza della magistratura. Berlusconi afferma la precedenza sulla forma della esigenza di preservare la vita a qualunque costo,investendo a questo fine le Camere in una corsa contro il tempo. Il tema del fine vita e della sentenza della Cassazione si sovrappone,dunque, da un lato alla manifestazione della volontà di Eluana mediata dal Padre, il quale la dichiara e la Cassazione la riconosce come valida, dall’altro ad uno scontro tra i poteri dello Stato.

2-Oltre al dubbio (formalmente non più discutibile, ma sempre ricorrente) di quale fosse la volontà di Eluana, rimane – a mio avviso – irrisolto il dramma se idratare e nutrire con un sondino sia accanimento terapeutico o dovere imprescindibile nei confronti di una persona in ogni caso vivente, perché non intubata. Interrompere le cure e la respirazione assistita è un profilo connesso con l’accanimento terapeutico, mentre cessare l’idratazione e il nutrimento diviene un passo successivo e più controverso.
Il Capo dello Stato ha risposto in maniera corretta ad un problema istituzionale ed ha utilizzato le sue competenze costituzionali; Berlusconi gli ha risposto in maniera certo scomposta dal punto delle regole formali, ma apparentemente convincente dal punto di vista di chi in situazione d’emergenza ritiene di poter sbregare (torniamo a Miglio!) anche la Carta per salvare una vita. Al di là di ogni discorso sul bilanciamento dei valori e sull’etica della responsabilità, il rischio è che se il ddl non arriva in tempo, ma viene approvato dalle Camere, il Capo dello Stato possa essere considerato quasi un assassino; ma che , se arriva in tempo, il Presidente possa-invece- essere ritenuto quasi colpevole di tentato omicidio.

3-L’assalto mediatico dice che la pubblica opinione è divisa, ma che il Capo dello Stato sta perdendo consensi sul tema. Berlusconi è Presidente del Consiglio ed è controverso per definizione, Napolitano non può, invece, permetterselo e questa è la sua obbiettiva debolezza.
La stessa debolezza denota l’opposizione, che su un tema di coscienza sta dividendosi, mentre la maggioranza risulta formalmente compatta, se si esclude Fini, che sta giocando una sua personale partita istituzionale. In questa prospettiva si può dire che Berlusconi stia, invece, operando il suo primo approccio alla riforma delle istituzioni. Indebolisce l’unico organo di garanzia che gli si può contrapporre, indica nella Costituzione un ferrovecchio sovietico, bonapartizza la forma di governo mobilitando le Assemblee parlamentari ad horas, trova nella Chiesa un cemento aggiuntivo alla sua forza mediatica.
L’eccezionalità del caso appare –quindi- chiara, così come i pericoli futuri. Se i protagonisti non ritrovano la normalità della correttezza nei rapporti istituzionali, possono prospettarsi scenari pesanti, capaci- al limite- di pervenire anche alla richiesta di interrompere la corretta idratazione per la Costituzione repubblicana.

      Questa voce è stata pubblicata in: Parlalex, SCRITTI RECENTI il 08/08/2020 Contrassegna il Permalink.